Dalle coste del Lago d’Orta fino alle vette dei Nebrodi, in Sicilia, ecco le proposte per una Pasquetta su due ruote secondo la motocommunity più grande d’Italia
I migliori motoitinerari per il weekend di Pasqua e Pasquetta testati da migliaia di centauri di HYPERLINK “http://www.trueriders.it” TrueRiders, la più grande community italiana interamente dedicata al mondo del travel su due ruote, con quasi 60.000 fan, oltre 150.000 utenti al mese e una diffusione capillare sul territorio nazionale (e non solo). All’interno del suo parco di itinerari, che copre tutte le venti regioni italiane, TrueRiders ha analizzato le preferenze dei suoi utenti, sia sui canali social sia sul sito, individuando i percorsi più interessanti per le festività pasquali.
Al Nord, non manca un appuntamento che potremmo definire “tradizionale” per i centauri: stiamo parlando del Lago d’Orta. Situato nel Piemonte, più precisamente tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, il Lago d’Orta sorge sulle propaggini del Mottarone, una delle vette delle Alpi Pennine dalla quale, arrivando con un imponente percorso stradale, si gode di una invidiabile vista panoramica sulla Valsesia. Imperdibile il piccolo borgo di Orta San Giulio, con l’isola di San Giulio sulla quale si trova l’Abbazia Mater Ecclesiae, e il borgo di Omegna, con il suo porticciolo naturale sul Cusio.
Spostandoci più a sud, troviamo la bella Val Trebbia, uno spazio naturale protetto che unisce Emilia-Romagna, Liguria e Lombardia attraverso il letto del fiume Trebbia e le vallate appenniniche. Intorno a queste, si erge l’antico borgo di Bobbio, il cui Ponte Gobbo (detto anche Ponte del Diavolo) è sicuramente uno dei luoghi dove maggiormente i motociclisti delle zone circostanti amano sostare per qualche giorno in primavera. E per i riders più fedeli, non può mancare una visita all’antica Abbazia fondata da San Colombano di Bobbio, che è proprio il patrono dei motociclisti, in ricordo della sua vita perennemente in viaggio alla ricerca di persone, esperienze e della trasmissione del messaggio cristiano.
Nelle Marche, il percorso che più ispira l’attenzione motociclistica nella primavera è quello delle Gole del Furlo, un itinerario di grande impatto scenografico e la cui strada, parte integrante della Via Flaminia, è affiancata dallo scorrere del fiume Candigliano. Il percorso, letteralmente scavato nella pietra calcarea degli Appennini umbro-marchigiani, si apre in scenari panoramici inimitabili, con le pareti rocciose ricoperte da una macchia sempreverde, mentre si affrontano le curve e i tunnel, tra i quali la celeberrima “galleria del Furlo”, la cui costruzione risalirebbe addirittura all’epoca dell’imperatore Vespasiano, intorno cioè all’anno 76-77 dopo Cristo.
Nuova tappa, nuove sorprese. Ecco il Molise, una regione piccola ma dalla bellezza enorme, che si apre in un tripudio di itinerari e percorsi che ogni buon motociclista non può non apprezzare. Il suo territorio così vario, gli antichi borghi sulle vette appenniniche, ma anche il mare che bagna la città di Termoli, rendono il Molise – una terra dove le tradizioni enogastronomiche sono fra le più antiche e gustose d’Italia – la meta ideale per un weekend di Pasqua e Pasquetta all’insegna della scoperta. Le destinazioni migliori? Agnone, dove scoprire l’antica produzione di campane e Frosolone, la città dei coltelli, passando per Pietrabbondante e senza dimenticare l’Acropoli di Terravecchia.
Concludiamo il nostro viaggio tra le moto proposte di Pasqua e Pasquetta con un “salto”, si fa per dire, nella Sardegna occidentale. Eccoci sulla strada che unisce Alghero e Bosa, e che proprio tra queste due splendide località prende il nome. La Alghero-Bosa è un percorso che i turisti su due ruote conoscono a menadito, poiché, nonostante il suo carattere prettamente “marittimo”, attraversa zone la cui configurazione territoriale ha spinto a realizzare una strada ricca in tornanti e saliscendi, ma sempre con un privilegiato affaccio sulle limpide e cristalline acque del Mar di Sardegna. Senza dimenticare, ovviamente, origine e termine di questo percorso, una cinquantina di chilometri in tutto, dove si respira ancora l’antica influenza catalana e dove, tra un piatto di pesce e un bicchiere di mirto, vi sentirete davvero avvolti dal caldo e accogliente clima sardo.